Porteresti mai a casa un bastardo? Ovviamente no, a meno che non sia Rossobastardo.
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La leggenda narra che lungo l’antica strada Flaminia sorgesse l’Osteria del Bastardo, meta d’elezione per gli amanti del buon cibo, del buon vino e del bel vivere. Qui l’oste, figlio di ignoti, serviva alle genti in viaggio da roma al nord italia vini morbidi e profumati.
Oggi continua a vivere la sua leggenda dando il nome al paese, Bastardo appunto, e conservando intatta la passione per l’accoglienza e la convivialità.
A raccogliere l’eredità del “Bastardo” ci ha pensato la nostra famiglia, Cesarini Sartori, composta da Luciano Cesarini, ingegnere elettrotecnico di livello internazionale e imprenditore nel campo dell’energia elettrica, da Giuseppe Cesarini, in impresa con lui, e dalla moglie Fiorella Sartori. Alla fine degli anni ‘90, decidono insieme di abbandonare le precedenti carriere e di tornare alla vita di campagna dedicandosi alla produzione di vino.
Neofiti del settore ma molto motivati, iniziano a studiare e a visitare cantine in Italia e all’estero per apprendere il mestiere. Le competenze di Luciano in elettrotecnica si rivelano preziose per la progettazione della cantina che ancora oggi viene ritenuta tra le più tecnologicamente avanzate d’Europa e che consente una vinificazione efficiente e “sana”, senza il ricorso alla chimica di sintesi.
Per la scelta dei terreni da acquistare non ci sono dubbi, le vigne metteranno radici a Bastardo, paese di nascita di Luciano e Giuseppe: una collina dalla forte vocazione per la produzione di uva da vino, con terreni argillosi e substrato lacustre, e caratterizzata da un panorama incontaminato, il cui profilo sinuoso è interrotto unicamente dalle sagome dei castelli medievali.
La nostra è un’idea di cantina completamente ripensata, che mette da parte i ritocchi della chimica di sintesi, solfiti compresi, e fa spazio ad un intenso lavoro manuale affiancato dall'efficienza della tecnologia per non lasciare nulla al caso e tutto alla natura. Dalla crio-macerazione pre-fermentativa alla micro-ossigenazione, dall’estrazione dell’aria satura all’isolamento dei campi elettromagnetici, tutto lavora in armonia per realizzare un vino capace di dare il meglio di sé.
Sangiovese, Merlot, Cabernet e Sagrantino sono i vitigni che popolano i nostri 30 ettari di terreno produttivo: di questi, 20 ettari circondano la cantina, 7 si trovano a Villa Rode, dove coltiviamo in regime biologico e produciamo confetture e succo d'uva, e 3 ettari a Casale di Montefalco.
Le uve, coltivate con trattamenti innocui sia per l'ambiente circostante che per l'uomo e raccolte a mano, vengono scelte e pulite ancora prima di raggiungere la cantina grazie ad una selezione esclusiva dei grappoli migliori, all'utilizzo di cassette che mantengono intatto il frutto, all'attenta eliminazione di elementi estranei come le foglie, alla cernita svolta sui singoli acini.
Una volta entrata in cantina, è la tecnologia a prendersi cura dell'uva per evitare ogni utilizzo di chimica di sintesi e di solfiti, in particolar modo.
L'ambiente è dotato di un impianto di isolamento dei campi elettromagnetici garantendo al vino un invecchiamento naturale, senza interferenze.
Nei locali di fermentazione e nella bottaia ogni 24 ore viene eseguito un completo ricircolo d'aria per eliminare eventuali batteri e ridurre la quantità di CO2 prodotta nella fase di fermentazione, preservando il vino e la salute di chi al vino lavora.
L'isola di fermentatori viene controllata da un computer che controlla i principali parametri di ogni serbatoio e dal quale è possibile intervenire tempestivamente in caso di anomalia e impostare operazioni di vinificazione, come la micro-ossigenazione, utile a ridurre l'astringenza dei tannini e a stabilizzare il colore del vino.
Ogni fermentatore è dotato di fasce del caldo e del freddo per cambiare temperatura alla vasca in pochi secondi: questa tecnologia permette di estrarre colori e profumi attraverso la crio-macerazione prefermentativa, una proceduta con contatto tra bucce e liquido a bassa temperatura che non innesca la fermentazione alcolica.
L'ambiente della bottaia è dotato di un impianto di atomizzazione di acqua depurata per aumentare l'umidità dell'aria e mantenere i legni delle botti sempre in condizioni ottimali impedendo che assorbano il vino al loro interno.
Innovazione in cantina, dedizione, spirito ribelle sono gli aspetti che ci fanno impegnare nella produzione di un vino sempre migliore, a prescindere dai dettami del disciplinare. Con meno amarezza tannica e più piacevolezza, come un perfetto compagno in tavola, irriverente e ammaliatore.
Rimettiamo la vite e l’uva al centro del pensiero produttivo per comprendere appieno le caratteristiche della materia prima e lasciarci incuriosire dal suo potenziale inesplorato. In collaborazione con le Università di Firenze, Perugia e Cesena andiamo oltre il concetto di vino per tornare alle radici della Vitis Vinifera, individuando nuovi utilizzi per gli scarti di produzione della vinificazione che diventano preziosi elementi in ambito nutraceutico o per accrescere le difese naturali della vite stessa, con l’obiettivo di realizzare una vera economia circolare ad impatto ambientale positivo.
Tutto nasce da leggende e credenze secondo le quali il Sagrantino abbia proprietà curative: il nome stesso dell’uva, derivato da sacro, e l’utilizzo nelle messe né danno una connotazione quasi magica. A ciò si aggiunge la storia di Federico II di Svevia, che narra di come abbia guarito il suo Falco Sacro grazie alle uve di Sagrantino trovate lungo il suo cammino nel territorio di Montefalco, e un classico rimedio della nonna, che prevede zabaione sbattuto con il Sagrantino come ricostituente per i bambini convalescenti.
La scienza ne dà conferma grazie alle analisi effettuate dall’Università di Firenze su una confettura di Sagrantino fatta in casa. L’esito infatti premia questo vitigno che, rispetto agli altri, si caratterizza per il più alto contenuto di zuccheri naturali e polifenoli.
Anche le sue foglie, i vinaccioli, le bucce, i raspi, che costituiscono l’80% della pianta e che vengono esclusi dalla produzione del vino, diventano, alla luce di questa ricerca, importanti risorse per prodotti salutistici grazie alle loro proprietà antiossidanti e antisettiche.
Il nostro approccio basato sullo “scarto zero” e sull’impatto ambientale positivo, ha permesso così la nascita della start up innovativa Good Life Lab che insieme alle Università di Firenze, Perugia e Cesena studia l’utilizzo ottimale di ogni parte della vite al fine di realizzare integratori alimentari e prodotti nutraceutici, approvati anche dal Ministero della Salute.